A Montedoro tra il sette e l'otto
dicembre ogni comitiva del paese si riunisce in una casa dove passare tutta la
notte in allegria (non è importante che la casa offra comodità particolari, in
molti casi si tratta di case disabitate per la gran parte dell'anno) a fare
grigliate e giocare a carte in compagnia dell’immancabile vino. Girando di
comitiva in comitiva a scambiarsi brindisi si arriva a mezzanotte quando tutte le
comitive si ritrovano davanti la chiesa per la processione per le vie del
paese, che ci riporta al vero senso di questa ricorrenza.
Fabio Taibi, grazie
alle notizie avute da Padre Amedeo Duminuco, ci informa che la tradizionale
festa ha origine con l'arrivo a Montedoro di Padre Piccillo Calogero (tra il
1920/30). Tra le numerose attività dell'oratorio Padre Piccillo pensò allora di
organizzare, in occasione della vigilia dell'Immacolata, una veglia per le vie
del paese durante la quale i fedeli giravano intonando canti in onore della
Vergine Maria; tutto ciò aveva inizio verso le tre di notte e terminava alle
prime luci dell'alba. Negli anni a seguire, i fedeli pensarono bene di
ingannare il tempo nell'attesa della veglia organizzando dei banchetti. Con il
passare degli anni però si capì che il banchetto pre-veglia, non era molto indicato
per il proseguo della serata, in quanto molti dei partecipanti alla
processione, dopo aver mangiato e ben bevuto, arrivavano all'appuntamento già
belli che ubriachi. A causa di tale troppa euforia, in seguito Padre Amedeo
Duminuco decise di anticipare la veglia a mezzanotte.
Il prof. Paruzzo Lillo ci informa che il giorno dell’Immacolata era la festa della gioventù, caratterizzata,
dalla notturna per le vie del paese dei giovani dell’Azione Cattolica maschile
durante la quale cantavano inni alla Madonna ad una o più voci e dalla Messa
solenne della festività con il coro maschile che eseguiva la messa cantata a
quattro voci. La processione serale era tutto un canto dei fedeli alla Vergine
Maria: Nome dolcissimo, La squilla di sera, Dell’ aurora Tu sorgi più bella,
Oh! Profumo, Andrò a vederla un dì, Oh! Piissima, Col tramonto dei celeri giorni,
Ti voglio amar Maria, ma soprattutto, Oh! Concetta Immacolata, il canto popolare
più amato dai montedoresi. In quella atmosfera devozionale scaturì l’idea di
realizzare un monumento alla Madonna in piazza, grazie all’impegno dei giovani
dell’azione cattolica, guidati da padre Piccillo, che raccolsero le offerte,
porta a porta, delle famiglie del paese. Il monumento, su progetto del geometra
Raimondo Maida, è stato realizzato in pietra di Comiso con un basamento sopra
il quale insiste a forma di parallelepipedo, in forma scalare più piccola, un
altro parallelepipedo che costituisce la base dalla quale si sviluppa un
obelisco dell’altezza di 5 m. che termina con una statua della Madonna. Alla
base della colonna c’è questa epigrafe: A Maria Immacolata Regina, Anno mariano
1954, per cooperazione dei fedeli ed in particolare dell’On. Calogero Volpe,
del Cav. Salvatore Messana e della signora Volpe Licata Dorotea. Una tradizione
questa della notte dell'Immacolata che è ancora viva e che anima le vie del
nostro paese.
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Inaugurazione Monumento 16-1-1956, archivio Paruzzo Lillo |
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Padre Calogero Piccillo 1909-1968, archivio Paruzzo Lillo |
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foto di Paruzzo Lillo |
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foto di Paruzzo Lillo |
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foto di Paruzzo Lillo |
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archivio www.sicilianamente.com |
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